Esperienza Digitale A.S.L. AT – Azienda Sanitaria Locale di Asti

Digitalizzazione delle interazioni professionali
Una partenza in salita?

Risultati preliminari di un’analisi condotta sui futuri prescrittori di televisite

esperienza digitale

summary

La finalità del ricorso a digitalizzazione e telemedicina – disaccoppiare l’atto medico/infermieristico dalla compresenza degli attori interessati – si sposa con le necessità emerse con la pandemia: rarefazione degli accessi alle strutture e realizzazione di un sistema di garanzia preventivo del ricovero evitabile. Ma la formidabile spinta alla realizzazione della transizione digitale da parte del documento nazionale di programmazione – il PNRR – richiede la formulazione di assetti contrattuali cogenti e un’inclinazione favorevole all’innovazione da parte delle professioni. Benché cruciale per poter calibrare i provvedimenti (ri)organizzativi, e in attesa di una modernizzazione degli assetti contrattuali della dirigenza medica, manca ad oggi una baseline di riferimento che rappresenti quale sia la propensione delle professioni ad acquisire un’adeguata digital literacy. L’esperienza qui riportata – riferita al territorio provinciale di Asti, 210,000 residenti e circa 3000 professionisti – non pare autorizzare alcun ottimismo.

Contesto e obiettivo

Condurre un assessment su base provinciale inteso a valutare lo stato attuale del ricorso alla telemedicina  espresso come percentuale dei volumi globali di attività, nonché la propensione all’erogazione di televisite/teleconsulti ed altre interazioni telemediate da parte dei medici prescrittori assumendo l’invarianza delle correnti condizioni contrattuali.

Risorse impiegate

Su mandato della Direzione Aziendale sono state condotte interviste semistrutturate a 131 medici di medicina generale finalizzate a disegnare la baseline di riferimento in merito a dematerializzazione dei processi, digitalizzazione delle interazioni, sviluppo di teleconsulto tra professionisti di diverso inquadramento contrattuale nonché propensione all’impiego della piattaforma aziendale di telemedicina nelle potenziali applicazioni legate alla costruende Case di comunità (25 milioni di investimento su infrastrutture e tecnologie previsto per il territorio provinciale). Queste servono un potenziale target popolazionale di circa 48,000 soggetti affetti da cronicità, fruitori di circa 150,000 prestazioni di specialistica ambulatoriale richieste annualmente dai MMG, delle quali solamente l’1.3% viene attualmente erogato in modalità tele.   

Risultati

Sono state ottenute 93 check list validate (73% degli interpellati) che a fronte della necessità di incrementare le prestazioni di televisita e teleconsulto mostrano un quadro generale di diffidenza nei confronti dei nuovi assetti organizzativi resi disponibili dalle Case di Comunità – solamente il 31% degli intervistati ritiene di aderire – e una propensione a considerare la dimensione di telemedicina come utility (domiciliazione del telereferto) ma non come prestazione complementare nell’assicurare l’aderenza degli assistiti ai piani di cura. Utili per la programmazione dei servizi sono risultate le indicazioni sui partner preferiti di teleconsulto (specialisti cardiologi e dermatologi, ma non gli infermieri di famiglia), nell’ambito tuttavia di una malcelata preferenza per il mantenimento della compresenza di medico e assistito.

Next step

L’istantanea di questa piccola comunità di professionisti misura il grado di difficoltà che attende la governance delle strutture territoriali nella fase post pandemica così come il soddisfacimento delle aspettative in materia di telemedicina. Senza una maggior cogenza degli istituti contrattuali e degli accordi integrativi regionali, la dipendenza del successo del PNRR dalle dimensioni immateriali – motivazione, professionalità, modernità – appare fondata su componenti troppo esili per costituire una garanzia. Le buone leggi saranno invece in grado di muovere gli indicatori di rilievo nella transizione digitale necessaria all’adozione della telemedicina. Si veda nell’esempio sotto riportato l’incidenza della nuova DGR sui volumi delle prestazioni di telemedicina in Regione Piemonte.

Mauro Occhi, Flavio Boraso
Direzione Strategica ASL Asti

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