Come evidenziato dall’istituto Superiore di Sanità, nel 2020 sono stati segnalati 74 casi di malattia invasiva da meningococco; nel 2019 e 2018 ne sono stati segnalati rispettivamente 190 e 170. Nel periodo di riferimento, quindi, l’incidenza delle malattie invasive da meningococco in Italia è stata di 0,28 casi/100.000 abitanti nel 2018 e 0,32 casi/100.000 abitanti nel 2019; nel 2020 il valore è sceso a 0,12 casi/100.000 abitanti. La meningite meningococcica provoca il decesso nell’8-14% dei pazienti colpiti e, In assenza di cure adeguate, il tasso di mortalità sale addirittura al 50%.
Il Meningococco B rappresenta uno dei sierogruppi più frequenti e, oltre ad essere particolarmente aggressivo con altissima letalità, è responsabile da solo di circa l’80% dei casi in età pediatrica, con una massima incidenza soprattutto nel primo anno di vita, tra il 4° e l’8° mese.
La meningite da meningococco B aggressiva e potenzialmente letale può colpire chiunque ma, come detto, presenta un interesse particolare per neonati, bambini piccoli (in particolare fino ai 5 anni), adolescenti, soggetti immunodepressi (ossia le persone con un sistema immunitario poco efficiente) e, infine, individui con malattie come diabete, talassemia, malattie epatiche gravi ecc.
La copertura vaccinale, benché in crescita, raggiunge in Italia appena il 68,9%, percentuale ancora troppo bassa e, soprattutto, non uniformemente distribuita sul territorio nazionale.
In questo corso un gruppo di discenti esperti si confronterà con l’obiettivo analizzare le dinamiche necessarie ad un miglioramento della copertura vaccinale e formulare proposte in tal senso